da www.cronacheponentine.com

 

Coinvolgere i cittadini partendo soprattutto dalle nuove generazioni per diffondere le buone pratiche per tutelare l’ambiente e migliorare il livello della raccolta differenziata: è questa la filosofia di Renata Briano, da poco nuovo amministratore unico di ARAL, la società in house che gestisce la raccolta rifiuti e la cura del verde pubblico del Comune di Arenzano.

Briano, assessore all’Ambiente della Provincia di Genova prima, della Regione Liguria poi, e parlamentare europea fino a pochi mesi fa, assume dunque il ruolo che era stato di Simona Ferrando (ora direttore generale di Finale Ambiente).

«Conosco Simona da tanti anni – dice – abbiamo studiato Scienze Naturali insieme all’Università, ha svolto un ottimo lavoro, ho trovato una bella realtà con personale motivato in tutti i settori, non solo in quello dei rifiuti ma anche in quello della gestione del verde pubblico che è altrettanto importante. I risultati della raccolta differenziata in questi anni sono migliorati sempre più, certo ci sono ancora tante cose da fare per cui coinvolgeremo i cittadini di Arenzano».

Il curriculum mette in evidenza esperienze di rilievo: «ARAL è una realtà interessante, tratta tematiche di cui mi sono occupata per tanti anni da punti di vista differenti, dall’ambiente ai rifiuti, mi fa piacere rimanere sempre nello stesso ambito. Poi Arenzano è un territorio che conosco, a cui sono affezionata per tanti motivi: abbiamo portato avanti insieme all’amministrazione comunale battaglie ambientali come quella della Stoppani, e anche campagne di valorizzazione del territorio, penso al Parco del Beigua».

Le sfide per salvare l’ambiente

Quali sono le grandi tematiche da affrontare? «Come ho visto anche in Europa, il tema dei rifiuti è tra le priorità assolute. La sfida del futuro consiste nel ridurre soprattutto la plastica e nel creare un sistema di economia circolare dei rifiuti per recuperare materia. Quando ero in Regione sono stata anche protagonista del piano regionale dei rifiuti che avevo elaborato confrontando tutti gli stakeholder quindi anche le aziende».

Cosa si può fare per ridurre concretamente i rifiuti non riciclabili? «Questo tema coinvolge da un lato la politica, che deve ideare piani per ridurre al massimo il non riciclabile. Dall’altro i cittadini che devono collaborare, sono tante gocce che insieme formano un mare. I dati che arrivano a livello mondiale sono preoccupanti: ogni anno arriva sempre prima l’Earth Overshoot Day, il giorno che segna l’inizio del sovra sfruttamento del pianeta perché abbiamo già consumato tutte le risorse rinnovabili disponibili. Stiamo intaccando la possibilità per le generazioni future di avere risorse che possono rinnovarsi».

ARAL: idee e prospettive

Per quanto riguarda ARAL, Renata Briano si sta ambientando nell’azienda arenzanese, ma ha già una filosofia chiara: «ARAL deve offrire un servizio che permetta di aumentare sempre di più la raccolta differenziata e il riciclo dei rifiuti. Ma non solo: la in house deve essere anche educatrice, ovvero educare la cittadinanza e i turisti. Questo è possibile soprattutto coinvolgendo le nuove generazioni: mi piace il fatto che ARAL vada nelle scuole, abbiamo intenzione di continuare a coinvolgerle. ARAL ha cercato anche di trasmettere un messaggio “green” durante le manifestazioni estive con l’aiuto dell’amministrazione e dei cittadini, penso ad esempio alle stoviglie bio. Possiamo davvero diffondere una nuova cultura ambientale».

In questi anni in Europa Briano si è occupata in particolar modo di pesca, un’esperienza che vorrebbe portare ad Arenzano: «Il tema della plastica in mare è un aspetto ambientale che mi preoccupa. Spesso i pescatori sono vittime di un sistema di raccolta e gestione della plastica che non ha funzionato, dobbiamo lavorare insieme per migliorare il nostro mare. Sono molto sensibile, esattamente come loro, al tema della biodiversità: sapere che sui nostri fondali c’è plastica fa male, perché sappiamo che ha conseguenze sulla fauna marina. Insomma, le idee sono tante».

Ma ARAL non è solo raccolta differenziata o verde pubblico: è anche lavoratori, dipendenti e operatori ecologici. «Ho già iniziato a conoscerne alcuni – dice – mi piacerebbe conoscerli tutti prossimamente, accompagnarli anche sul territorio per vedere il loro lavoro. Simona mi ha parlato molto del loro impegno, sarà bello conoscerli e ascoltarli».